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di Donato Catalano

Se è vero che nel nostro quotidiano il piangersi addosso ristagna in tutti gli ambienti e il mormorare e le cattive notizie sono condimento di ogni comunicazione tra le persone, dov’è la gioia?

Se le rumorose proposte che ci arrivano da tutte le parti ci suggeriscono di confidare nella scienza e nella tecnica e di strutturare la nostra vita nella ricerca del benessere e del piacere, che bisogno abbiamo della gioia?

Come società civile dovremmo domandarci dove stiamo andando e come cristiani, in aggiunta, dove dobbiamo andare.

Un viaggiatore che parta senza conoscere la meta del suo viaggio può preparare al meglio la sua valigia?

“Dio è Amore; chi sta nell’Amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1 Gv 4,16).

Benedetto XVI nella sua enciclica Deus caritas est afferma che le parole dell’evangelista Giovanni “esprimono con singolare chiarezza il centro della fede cristiana: l’immagine cristiana di Dio e anche la conseguente immagine dell’uomo e del suo cammino…All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione definitiva.”

La Parola, la Gioia che Dio ha messo dentro il cuore di ciascun di noi, aspetta di essere accolta ed amata in ogni istante per dare luce e senso ai fatti ed alle cose del nostro mondo. È la Parola che ci indica la meta, ci fa rimodulare il bagaglio e, senza temporeggiare, rifare la tabella di marcia.

A questo proposito, le parole di Sant’Ignazio si prestano bene per fare sintesi e chiarezza:

“L’uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e così raggiungere la salvezza; le altre realtà di questo mondo sono create per l’uomo e per aiutarlo a conseguire il fine per cui è creato. Da questo segue che l’uomo deve servirsene tanto quanto lo aiutano per il suo fine, e deve allontanarsene tanto quanto gli sono di ostacolo.

Ma come possiamo controllare la direzione e renderci conto che nel nostro viaggio siamo sulla strada giusta?

Il miglior navigatore che possiamo desiderare non è un costoso optional da acquistare, ma un elemento connaturato, di serie in ognuno di noi: la nostra capacità di percepire la gioia.

Come ci insegna la Chiesa “Dove c’è Dio c’è gioia” e come dice Papa Francesco “Dove c’è troppo io, c’è poco Dio”.

Se nella vita di ogni giorno cercheremo le occasioni che danno gioia a noi ed agli altri, saremo sulla strada giusta e potremo procedere con sicurezza.

La vita cristiana è un cammino continuo, fatto di speranza, fatto di ricerca; un cammino che, come quello dei Magi, prosegue anche quando la stella sparisce momentaneamente dalla vista. In questo cammino ci sono anche delle insidie che vanno evitate: le chiacchiere superficiali e mondane, che frenano il passo; i capricci paralizzanti dell’egoismo; le buche del pessimismo, che intrappola la speranza. (Papa Francesco – Angelus San Pietro – 6 gennaio 2017).

“Dio è Amore; chi sta nell’Amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1 Gv 4,16).

Chi incontra l’Amore di Dio viene trasformato, non riesce a tenere per sé un dono così grande ed a contenere la gioia ricevuta; ha bisogno di condividerlo con chi gli sta intorno. In questo modo la Gioia si propaga e si accresce. Amando il prossimo, ci si ritrova misteriosamente ad amare sempre Dio.

Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. (Gv 15,9-12).

Per ogni passo che il Signore ci chiama a fare nel mondo come cristiani, la migliore garanzia che abbiamo scelto Lui come Via sarà, quindi, la gioia che percepiremo. Cerchiamo la Gioia.

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