
Da un’intervista di A. Cortazzoli per Il Fatto Quotidiano del 26 agosto 2023
Nel blog dell’associazione LIBELLULA trovate il testo con un intervento a cura di Gianni Faccin. Per leggerlo sul sito dell’Associazione Libellula, clicca QUI.
Di recente, in occasione dei suoi 85 anni, Padre Zanotelli ha rilasciato una interessante intervista ad un quotidiano nazionale. Diamo uno sguardo ad alcune parti di un dialogo che appare illuminante.
Giornale: 85 sono tanti, eppure pare non ci siano …
Padre Alex: No, ci sono. Non ho più la forza di una volta ma sono grato al Signore del dono di essere arrivato alla mia età con la testa che funziona e il corpo che tiene. Così posso aiutare soprattutto i giovani.
La mia generazione sarà tra le più maledette della storia umana perché nessuno ha talmente devastato il pianeta Terra come abbiamo fatto noi. A questi ragazzi consegniamo un mondo gravemente malato. A loro dico: il futuro non esiste, siete l’unico presente che abbiamo e toccherà a voi cambiare tutto.
Quando parlo loro, vedo che rimangono sorpresi della capacità critica di analizzare e da quella di leggere insieme la realtà. Io sono missionario, credente, ma anche la Chiesa spesso compie dei peccati: bisogna riconoscerli. Questo i giovani lo apprezzano.
Giornale: Uno degli ultimi clamori che ha suscitato curiosità e interesse in Italia riguarda la conseguenza delle parole del generale Vannacci che tra le altre cose ha scritto nel suo libro “Chi arriva in Italia dovrebbe ringraziare per la compassione e la generosità”. Che ne pensa?
Padre Alex: Sono meravigliato non solo di ciò che ha detto Vannacci ma del fatto che abbia trovato un pubblico così vasto, soprattutto nel web. Mi sorprende l’avanzata dell’ultradestra, del suprematismo bianco.
La mia gente a Korogocho mi ha imposto le mani e un pastore della Chiesa indipendente africana ha detto: “Ti prego Papà dona il tuo spirito ad Alex perché possa tornare dalla sua tribù bianca e convertirla”. Se non accadrà, non c’è speranza né per noi né per loro.

Giornale: Il Presidente Mattarella, ha ricordato al Meeting di Rimini che “La nostra Patria è frutto dell’incontro di etnie, riferendosi probabilmente proprio a Vannacci e chi lo ha difeso. Basta il capo dello Stato?
Padre Alex: No. Dobbiamo fare tutti uno sforzo a partire dalla Scuola che non lo sta facendo. Dobbiamo cominciare a capire che c’è qualcosa dentro di noi: il suprematismo bianco ce lo portiamo dentro. Siamo convinti di avere la civiltà, la cultura, la religione superiore a tutti gli altri. Da qui le affermazioni di Vannacci. La gente che sta arrivando in Italia è il frutto amaro delle politiche neocoloniali, del disastro ecologico che facciamo in Africa.
Giornale: Papa Francesco per quanto riguarda la guerra parla ormai di “offensiva di pace”, inviando il cardinale Zuppi ovunque. Può funzionare lo “schema” Bergoglio?
Padre Alex: Certamente il Vaticano deve usare la parte diplomatica fino in fondo ma il problema è un altro: o riusciamo finalmente a dire basta al riarmo o passeremo da un conflitto a un altro. L’anno scorso l’Unione Europea ha speso 345 miliardi di euro in armi: non è mai accaduto prima d’ora. È la follia umana. Stanno vincendo i mercanti di morte!
Giornale: Lei vive tra i poveri anche in Italia. Un ministro al Meeting di Comunione e Liberazione ha detto: “I poveri mangiano meglio dei ricchi”. È così?
Padre Alex: I ministri dovrebbero smetterla di dire fesserie. Non possono parlare dei poveri. Chiederei a tutti quelli che vogliono parlare di povertà prima di scendere tra la gente, vedere come vive e poi parlare. Altrimenti sono solo discorsi ideologici che in 85 anni ho sentito a non finire. La politica faccia il suo mestiere.

Giornale: A 85 anni sente dei rimorsi?
Padre Alex: Sì, tanti. Avrei voluto fare molte cose in più ma sono felice che nella mia vita abbia rischiato continuamente per smascherare i sistemi. Sono contento soprattutto di aver camminato per dodici anni con gli impoveriti di Korogocho. Sono stati i miei maestri di vita.
Giornale: Il ricordo più bello?
Padre Alex: La bellezza di questi poveri della baraccopoli dove ho vissuto. Questa gente ha una sapienza che mi ha aiutato a tentare di credere quando anch’io ho rischiato di dire che Dio è una falsità. Davanti a tanta sofferenza ti chiedi: Dio dove sei? Ho in testa quella ragazzina malata di Aids, abbandonata anche dalla mamma che ho assistito negli ultimi giorni di vita. Le chiesi: “Dio chi è per te?” E lei mi rispose: “Dio è mamma”. E io sono caduto dalle stelle. Gli ultimi ti rivelano il mistero di Dio.
Giornale: Per finire una domanda dalla citazione di Borges che ha scritto: “Se io potessi vivere un’altra volta la mia vita, nella prossima cercherei di fare più errori non cercherei di essere tanto perfetto…”. Se potesse vivere un’altra volta che farebbe?
Padre Alex: Farei le stesse scelte. Starei dalla parte degli impoveriti. È una passione che eredito da Gesù che ha messo in crisi il sistema. Roma crocifiggeva schiavi e sobillatori contro l’impero. Anch’io il Vangelo ho dovuto digerirlo lentamente. La vocazione che ho avuto l’ho imparata da quel povero Gesù di Nazareth.
(NdR) Che dire, in questa uscita della NiL si è preferito passare dal recensire al comunicare l’autentico e l’essenziale, proprio dalle parole recenti e dirette dell’autore. Sicuri che, in tanto caos e fluidità a tutti i livelli, ci venga offerta una nuova possibilità: dall’essere indifferenti al fare la differenza.
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