Rubrica digitale di consigli di lettura proposta da Librarsi Liberi
a cura di Gianni Faccin per Librarsi Liberi

IL TERZO PARADISO
Di Michelangelo Pistoletto

Si tratta di un passaggio evolutivo in cui l’intelligenza umana cerca e trova i modi per convivere con l’intelligenza della natura. Il Terzo Paradiso è simboleggiato da una variante dell’infinito per proporre una nuova visione del mondo e migliorare la nostra società. E Dio sa quanto ce ne sia bisogno.
Questo simbolo è stato trasferito in innumerevoli opere di Pistoletto. Quella che mi piace di più e che propongo in una foto originale è il “passaggio” che possiamo ritrovare nel Bosco di San Francesco ad Assisi, un simbolo naturale fatto di bellissimi ulivi.
Uomo e Natura, dunque. Forse non siamo ancora in grado di capire quali siano le vere priorità, le cose che veramente contano. Nel 2022 ci stiamo facendo la guerra, tra uomini, e la stiamo facendo da anni alla natura.
Il libro rivolto al cambiamento sociale è stato scritto da Pistoletto nel 2010. Io potei incontrarlo a Schio in occasione del Festival di Città Impresa dello stesso anno e le sue proposte mi colpirono decisamente. I contenuti si rifanno alle esperienze di ricerca maturate dall’autore a Biella presso Cittadellarte.
I temi trattati sono in sintesi: ricchezza come condivisione – sostentamento come produzione e scambio globale – sopravvivenza come contenimento demografico – educazione come trasformazione sociale – democrazia come equilibrio tra le differenze – libertà come generatrice di responsabilità – arte come spiritualità.
Particolarmente interessante è il primo capitolo che porta il titolo del libro. Eccone un impressionante stralcio. Ci dice qualcosa?
“Era il marzo del 2003, quando Bush e Blair, appoggiati da numerosi governi, hanno dichiarato guerra preventiva all’Iraq. La circostanza mi ha procurato un turbamento profondo. Quanto stava accadendo era lo stadio culminante di una follia che coinvolgeva l’intero genere umano. Era il traboccare della perversità “politica” dal vaso della storia, un’aggressione planetaria che si aggiungeva a una serie di opposte, mostruose aggressioni.”
Ho visto alla televisione e sui giornali la gente di ogni parte del mondo scendere nelle strade e gremire le piazze per dire “Adesso basta!”, per “No”. L’umanità si era esposta con la sua presenza fisica, sapendo di non avere altro potere.
Ho avuto in quei momenti la chiara percezione che la dimostrazione silenziosa della popolazione mondiale, cui assistevo, poteva essere considerata, anche se ben lontana dall’essere riconosciuta, la prima votazione mondiale. Era un’espressione democratica che abbracciava il pianeta. Come non tenerne conto?
Era una grande richiesta di cambiamento. Dietro la richiesta di cambiamento vi era, infatti, la necessità di una profonda trasformazione civile. Tutte le malformazioni culturali ereditate dal passato venivano al pettine: il concetto stesso di guerra preventiva faceva sorgere l’impellente necessità di contrapporre l’idea di pace preventiva.
Forse dobbiamo lavorare di più e meglio su quest’idea.
Il libro è scorrevole e consigliatissimo, una proposta di spiritualità concreta.

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