Di Donato Catalano
Nel capitolo 13 del Vangelo di Giovanni Gesù avverte i discepoli che il suo tempo terreno sta per concludersi e che presto dovrà lasciarli. “Quo vadis?” è la domanda spontanea che Pietro gli rivolge a nome di tutti i presenti ammutoliti.
Simon Pietro gli dice: «Signore, dove vai?». (Gv 13,36)
Gli rispose Gesù: «Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!» Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte». (Gv 13,36-38)
La Chiesa ci insegna che né Pietro, né nessun altro, confidando solo nella sua volontà e nelle sue forze, può andare dietro a Gesù.
Nel capitolo 14 dello stesso vangelo, Gesù svela ai discepoli ed a tutti qual è la nostra meta e qual è la via da percorrere per raggiungerla
e del luogo dove io vado, sapete anche la via». Tommaso gli disse: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo sapere la via?» Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. (Gv 14:4-6)
Quotidianamente, per le nostre fragilità, tutti facciamo esperienza come san Pietro che è difficile rimanere in carreggiata, che non riusciamo a tenere fede ai nostri buoni propositi e, quando più o meno spesso sentiamo il gallo cantare, ci ritroviamo disorientati e bisognosi di conforto. Il Signore, però, non ci lascia soli, in balia di noi stessi.
Ci ha mandato lo Spirito consolatore che è sempre con noi e la Chiesa ci incoraggia ad invocarlo costantemente e ad affidarci a Lui in ogni circostanza come ha fatto san Pietro che con il Suo aiuto ha testimoniato la sua fede fino al martirio e come hanno fatto tutti i santi ai quali riconosciamo di aver vissuto una vita eroica alla luce del Vangelo.
Se anche noi ci affidiamo allo Spirito, Egli può agire nelle nostre vite, trasformando le nostre miserie in ricchezza e le nostre paure in coraggio. Con Lui potremmo spostare le montagne (Matteo 17:20, Marco 11:23, Luca 17:6).
Lo scorrere della nostra vita, se da una parte ci sembra di determinarlo con la volontà, dall’altra ci appare condizionato da tante componenti casuali. Nelle lunghe o brevi ore delle nostre giornate, i fatti e i volti delle persone che incontriamo si susseguono e si intrecciano senza sosta. Mentre siamo intenti a costruire pensieri che legano o sciolgono eventi e persone su trame vecchie e nuove, non ci rendiamo conto che Qualcuno in ogni posto ci attende.
La sua presenza, la sua carezza, il suo abbraccio, la sua parola ci sorprendono sempre…
Quando lo Spirito ci apre gli occhi, capiamo che in quel posto ed in quel momento eravamo attesi e desiderati da Gesù, perché amati, che Lui ha predisposto ogni cosa sul nostro cammino, perché Lo incontrassimo di nuovo e poi di nuovo. In ogni occasione ci alimenta, ci corregge, ci indica come fare del bene, ci perfeziona e ci abbellisce. In ogni incontro dovremmo avere il coraggio di Pietro e chiedere
“Ora che ti sei fatto trovare, dove vai, Signore”? “Non mi lasciare”
Gesù sa bene che cadiamo continuamente, che a volte rimaniamo per terra a lungo e che non siamo degni di accogliere il suo invito a seguirlo.
Dopo ogni nostra caduta, però, è sempre accanto a noi ed è Lui che ci sussurra dolcemente
“Quo vadis?”
Quando queste parole illuminano i nostri sensi, il nostro vagabondare cessa, scorgiamo la Via e la vita quotidiana prende un passo nuovo, quello di Gesù alla ricerca degli altri fratelli.
Cristo non ha mani
(Autore: Raoul Follereau oppure un Anonimo fiammingo del XIV secolo)
Cristo non ha mani
ha soltanto le nostre mani per fare oggi il suo lavoro.
Cristo non ha piedi
ha soltanto i nostri piedi per guidare gli uomini
sui suoi sentieri.
Cristo non ha labbra
ha soltanto le nostre labbra
per raccontare di sé agli uomini di oggi.
Cristo non ha mezzi
ha soltanto il nostro aiuto
per condurre gli uomini a sé oggi.
Noi siamo l’unica Bibbia che i popoli leggono ancora
siamo l’ultimo messaggio di Dio scritto in opere e parole.
L’altro
(Autore: Michel Quoist)
L’altro
è un fratello
per mezzo del quale Dio ci parla.
Per mezzo del quale Dio ci aiuta
e ci consola, Dio ci ama e ci salva.
L’altro – ogni altro –
è un fratello da amare.
Egli è in cammino con noi
verso la casa del Padre. L’altro è Gesù.
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