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di Giorgio Santacatterina

Qualche giorno fa i Presidenti delle quattro associazioni che hanno collaborato, per più di un anno, alla realizzazione del Progetto finanziato dalla Regione del Veneto con fondi del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali denominato “Insieme irRETIamo il Covid – per una qualità di vita migliore” si sono incontrati per condividere la soddisfazione per la positiva conclusione del percorso progettuale, analizzare le criticità riscontrate, approvare e sottoscrivere la documentazione di rendicontazione operativa, economica e sociale da inviare alla Regione Veneto.

Esperienza di Co-progettazione

In questa sede è stata sottolineata la costante, intensa e costruttiva collaborazione tra un buon numero di associati e volontari di molte associazioni del territorio (quattro quelle in partnership e almeno una trentina le realtà ed i gruppi coinvolti o che semplicemente si sono avvicinati per conoscere l’esperienza progettuale). Nella proposta delle varie occasioni di impegno e di incontro, come nell’organizzazione dei numerosi eventi, molto diversi tra loro, ci siamo trovati ad esprimere e promuovere le peculiarità e le abilità specifiche di ciascuna associazione partner e nel contempo a sentirci come un unico grande gruppo, motivato, coeso…un vero e proprio arcobaleno. Possiamo affermare di aver realizzato “insieme” qualcosa di molto positivo e bello.

Abbiamo irRETIto il Covid?

La risposta non è semplice, ma possiamo aspettarci un “seguito positivo” per aver aperto nuovi varchi nel nostro territorio, sentieri, per ora stretti ed impervi, per mettere in comunicazione gruppi, associazioni, volontari, professionisti, enti locali e soprattutto le persone. Ci aspettiamo un miglior dialogo sociale, convinti che lo sviluppo equo e solidale della comunità parta decisamente dal basso, dal piccolo e da quella co-progettazione sociale che noi abbiamo sperimentato con successo. Abbiamo piantato alcuni semi che se curati e protetti produrranno frutti abbondanti.

La presenza ai nostri eventi, come detto precedentemente assai differenziati, e non assimilabili, è stata inaspettatamente elevata e propositiva. Le cautele necessarie per non dare spazio a facili contagi ci hanno imposto di limitare la partecipazione, ma al tempo stesso, di prevedere una replicabilità delle iniziative. Specialmente quelle legate alle attività di “affiancamento” a persone/famiglie fragili, alle donne in difficoltà, alle persone in cerca di una propria crescita e consapevolezza personali e non soltanto a queste.

Anche con riferimento al mondo giovanile, grazie alla proposta di iniziative particolarmente attrattive, abbiamo trovato risposte favorevoli con un impegno diretto di giovani nella animazione sociale ed il loro avvicinamento al mondo del volontariato. I progetti da loro stessi proposti e sviluppati hanno generato occasioni di aggregazione e crescita personale e sociale.

Sì, l’abbiamo irRETIto il Covid. Gli ostacoli ci sono stati, ma li abbiamo superati saltando più in alto “insieme”.

Ed ora?

In considerazione delle ingenti risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) con fondi della Comunità Europea, auspichiamo che le amministrazioni locali del nostro territorio ritrovino lo spirito vincente dell’Alto Vicentino. Un territorio unito, innovativo ed inclusivo che vuole affrontare e gestire in modo coordinato e condiviso le molteplici problematiche economiche, sociali, culturali e sanitarie valorizzando le risorse già presenti. Per questo il mondo del volontariato dovrà essere altrettanto convintamente unito e propositivo, in modo da potersi proporre come interlocutore credibile, affidabile ed efficiente. La co-progettazione farà parte dell’approccio vincente. 

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Con affetto

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