di Donato Catalano
PROLOGO
“Questa mattina Agata è scontrosa” – dice Giulia al marito che si affretta a vestirsi da ciclista per andare a pedalare in montagna con gli amici. “Ieri sera si è rotta un’unghia della mano sinistra, aprendo il cassetto delle posate e non ha dormito al pensiero di…”
“Cosa vuoi che importi a me…?” – la apostrofa Kevin. “Anzi…, se esci, puoi ricordarti almeno questa volta di prendermi gli integratori, per favore? Devo scappare! Ciao.”
Mormorando qualcosa tra sé e sé, Giulia entra in camera della figlia, poi guarda in cucina se sta facendo colazione…, ma finalmente la trova in bagno a truccarsi.
Entra, la guarda e, sorridendole nello specchio, le passa di dietro per salire sulla bilancia. Ora si specchia piegando il capo prima a sinistra e poi a destra, compiacendosi del risultato e di quello che vede…
Agata risponde al sorriso della mamma . ”Papà ha raggiunto il suo peso forma ed io ho perduto quasi un etto rispetto a ieri. Sono fortunata: ho preso appuntamento per le dieci con l’estetista…mi aggiusta l’unghia gratis”

RIFLESSIONE
Di san Giovanni il Vangelo ci fornisce un identikit dettagliato:
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. (Marco 1,6)
A giudicare con i parametri di oggi, diremmo che non doveva passarsela proprio bene.
“In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.” (Marco 1,6)
Com’è possibile questa stridente contraddizione tra quello che vede Gesù e quello che vediamo noi?
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. (Isaia 55,8)
Ogni uomo è creato da Dio come essere immortale, ma spesso ci dimentichiamo di questa qualità: la più importante, la bussola che ci orienta al meglio durante la vita terrena.
E che giova all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde l’anima sua? (Marco 8,36)
“Non guardate alla vita fora. Quella dello spirito è migliora” canta Branduardi nel disco sulla vita di San Francesco – L’Infinitamente Piccolo (Emi 2000).
L’uomo spesso si affanna a costruirsi un’immagine di sé alla moda, a conquistarsi una solida posizione economica o un titolo di studio, per sentirsi migliore o più importante dei suoi simili, ma non si rende conto che questo modo di pensare e di agire, fine a se stesso, lo allontana Dio.

San Francesco amava ricordare ai suoi frati e a se stesso:
“Quanto l’uomo vale davanti a Dio, tanto vale e non di più”. – Ammonizioni (XIX, FF 169)
Questa è per il cristiano la bilancia della salute da tenere continuamente sott’occhio.
San Giovanni per i cristiani è un esempio altissimo, perché è riuscito a liberarsi dal suo io, da sé stesso e ad annullarsi per essere uno strumento docile nelle mani di Dio. La stessa cosa ci insegnano a fare con la loro vita i santi di ogni epoca. Il beato Carlo Acutis, nostro contemporaneo, diceva “non io ma Dio”…e Dio non si dimentica di nessuno, neppure per un attimo.
“Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Quanto più degli uccelli valete voi!” (Luca 12,24)
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