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Riflessioni a cura di Gianni Faccin

in dialogo con Moreno Zocche e Catia Dalla Vecchia, impegnati in una iniziativa a Poleo

Il fenomeno “controllo di vicinato” si sta allargando in gran parte d’Italia, vuoi perché il bisogno di protezione è sempre più percepito dalla popolazione, vuoi perché la questione si presenta con modalità particolari che stimolano le persone, anche molte di quelle che negli anni si sono allontanate dalla cittadinanza attiva, per sfiducia, per delusione o per semplice stanchezza. E poi lo sappiamo tutti, l’individualismo sfrenato è ormai dilagato.

Quindi, se da un lato sono le paure che portano le persone ad attivarsi e a fare gruppo, e questa è cosa buona, dall’altro è provato che nessuno si salva da solo e poi occorre essere consapevoli che nessuno si deve sostituire ad altre funzioni già presenti e che riguardano gli organismi istituzionali (prefettura, comune, forze dell’ordine), in quanto se questo succedesse – e la tentazione in taluni è forte – non sarebbe cosa né buona né efficace.

Nel 2023 l’iniziativa ha preso piede anche da noi, a Schio, a partire dalle periferie. In quell’anno il referente provinciale dell’Associazione Controllo del Vicinato, Giorgio Lotto, dichiarò: «Questa esperienza si sta sviluppando rapidamente sul territorio scledense sia garantendo solidarietà tra le famiglie aderenti nonché attenzione ai soggetti più deboli, sia assicurando quelle sintonie tra i gruppi che permetteranno da subito di avviare un progetto di rete capace di rendere più incisiva la loro azione».

Di recente anche a Poleo si sono sviluppati gruppi che aderiscono al protocollo approvato da Associazione e autorità competenti. Tra questi un gruppo piuttosto numeroso suddiviso per zone del quartiere (in base alle vie di residenza).

Chiediamo come è stata vissuta, la stanno vivendo e quale sia il loro punto di vista a Moreno Zocche, coordinatore di un gruppo, e a Catia Dalla Vecchia, che lo affianca in questo compito tutt’altro che facile.

Redazione: Quali sono gli ambiti concreti in cui l’iniziativa può svolgersi?

Zocche: L’iniziativa “controllo del vicinato” si sviluppa in diversi ambiti concreti: prevenzione di furti e vandalismi, aumento del senso di sicurezza in collaborazione con le forze dell’ordine e rafforzamento della coesione sociale.

R.: Quali sono le molle che vi hanno convinto ad impegnarvi in questo contesto?

Dalla Vecchia: Il progetto C.V. mi sembrava molto interessante in tutti i suoi aspetti e partecipando ad alcune riunioni in cui veniva spiegato il funzionamento e le finalità dei vari gruppi mi sono convinta definitivamente.

R.: Come sta andando? Siete soddisfatti?

D.V.: Per avere una conferma sulla soddisfazione alla partecipazione al gruppo C.V. bisognerà aspettare ancora qualche tempo per dare modo ad altre persone di aderire all’iniziativa allargando così la platea dei partecipanti. Ognuno di noi porterà la propria esperienza e cercherà di essere utile a chi è più in difficoltà. Penso alle persone sole e ai più anziani.

R.: Di recente, in un’assemblea della nostra Associazione, Lorenzo, nostro Associato, ha presentato l’iniziativa come una nuova forma – in tempi difficili che tutti viviamo – per relazionarsi, addirittura per conoscersi, dal momento che capita sempre di più di non parlarsi e di non conoscersi tra vicini di casa anche dopo anni … Che ne pensate?

Z.: Penso sia assolutamente vera questa affermazione, succede sempre più spesso che anche tra vicini di casa ci sia una difficoltà a conoscersi, probabilmente anche a causa dei social che ci danno erroneamente l’illusione di avere molti “amici” e che invece non aiutano nelle relazioni interpersonali.

R.: Nella stessa riunione, è stata prospettata l’iniziativa anche come una nuova, per quanto semplice come idea, forma di volontariato, perché di questo si tratta, giusto?

Z.: Sicuramente chi fa parte del “controllo del vicinato” lo fa in forma volontaria e la collaborazione tra residenti crea già un senso di comunità e sicurezza. Poi sta a noi cercare di capire se nel gruppo ci siano soggetti che hanno bisogno di attenzione e di aiuto.   

Redazione: Bene ringraziamo Catia e Moreno e auguriamo loro buon lavoro. Rimane un solo aspetto, visto che anche i nomi dei progetti hanno un significato.

Anche se il progetto è stato lanciato come “Controllo”, parrebbe molto più opportuno, viste le finalità, il nome “Coesione”, proprio perché si lavora nel cercare di sviluppare senso di comunità e sicurezza, come ricordato da Zocche, del resto se non ci si relaziona che senso ha esercitare il controllo?

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Con affetto


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